Sant’Angelo Le Fratte (Pz)

Sant’Angelo Le Fratte (Pz)
Fabio Cocchia e Fotografando Basilicata
Impaginazione a cura della Pro Loco di Ruvo del Monte

Borgo di poco più di 1.000 abitanti situato ai piedi dell’imponente frattura rocciosa della montagna Carpineto, trionfo di colori, il verde, i profumi dei fiori che decorano le vie del paese che aprono squarci e visuali incantevoli tra statue di marmo a grandezza naturale che si mescolano agli abitanti del posto e che fanno da naturale scenario ad un “teatro a cielo aperto” tra splendidi murales e dipinti che colorano e accompagnano la vita del paese, descrivendo il profondo e antico rapporto dell’uomo con la roccia, la sua vita autoctona, e l’amore per le varie forme d’arte che caratterizzano le facciate che circondano l’anfiteatro del paese.

Situato su una collina sovrastata da un’imponente massa rocciosa, è noto come “Il Paese delle Cantine” (oltre 100) ricavate direttamente nella roccia, ancora oggi utilizzate per la conservazione di vini e formaggi locali.

Murales per le Vie di Sant’Angelo Le Fratte

Passeggiando tra le vie ben lastricate del centro storico, si possono ammirare i pregevoli ed originali Murales dipinti sulle facciate delle case, le opere d’arte in bronzo dell’artista P. Mastroberti e le sculture marmoree a grandezza naturale che rappresentano figure popolari del passato.

Nel 1994 Inizia la realizzazione di una serie di Murales improntati al tema del rapporto dell’uomo con la natura e in modo particolare con la roccia che tanta influenza ha avuto nella vita del santangiolese.

La loro esecuzione, non ancora terminata, è stata curata prima dall’associazione artistico-culturale operante a livello nazionale, ARPERC e dal 2001 dalla Contemporary Art – A. P. V. Arte per la Valle, associazione artistico-culturale nascente in Sant’Angelo.

Le Statue a grandezza d’uomo di Sant’Angelo

Un borgo che sembra quasi una bomboniera, colorata e tranquilla dove è forte il senso di pace e serenità che si prova e si respira quando si passeggia tra le sue vie e i suoi sentieri lastricati.

Un paese con un grandissimo senso dell’ospitalità e della generosità.

Sicuro punto di riferimento per il suo sviluppo è la Cappella dell’Angelo ovvero dell’arcangelo S. Michele, situata al riparo della montagna Carpineto.

Tanto è l’ascendente della devozione all’Arcangelo nei nostri antenati da chiamare il loro agglomerato S.Angelo.

Questa pare essere la più probabile origine della prima parte del nome che conosciamo.

Dubbi e tesi discordanti nascono a proposito della seconda: “Le Fratte”.

Sono state avanzate in proposito due ipotesi: La prima è sostenuta dall’abate Gianlorenzi e si articola in tre supposizioni:

1. Si dice delle Fratte per via della vicinanza di due rioni: S.Angelo e Castello delle Fratte;

2. ci fu il loro congiungimento effettuato dai vescovi nel XV sec.;

3. Fratte perché denominasi una sua contrada.

La seconda ipotesi riscuote maggiori adesioni: Le Fratte deriverebbe dal participio passato passivo del verbo latino frango (spaccare, rompere) evocando così la montagna dissestata che da sempre ne ha condizionato la vita e la sua profonda spaccatura dovuta a terremoti disastrosi e frane.

Opera dell’ artista Pierfrancesco Mastroberti
La grande fontana, complessa ed armoniosa, dedicata al mito di
Bacco e Arianna che è un inno alla vita ed alle sue piacevolezze.

Da una memoria trascritta nella prima pagina del libro di Leonardo Giallorenzi si apprende che: “Il 24 Dicembre del 1878 si mosse una frana orribile dalla pietra di San Michele e camminò in sette giorni devastando e sconvolgendo parecchie proprietà, fino a che spezzato il ponte della rotabile sul cerreto, serrò il corso del fiume Landro il di cui ponte a tre luci tenne sepolto per tre giorni nelle acque alte e larghe.

Il popolo era sommamente costernato e temeva molto per il paese.

Gli architetti venuti dallo Studio della Provincia di Potenza avevano pronunziato che la frana non si sarebbe fermata così facilmente e che le acque del Landro erano impossibilitate ad aprirsi il corso.

La sera del 28 Dicembre tutto il popolo ricorse alla protezione dei Santi e massime a quella sperimentata di San Michele; si fece un triduo solenne e poi una processione di penitenza il 2 Gennaio 1879, in cui il popolo compunto e pentito, accompagnato dal Reverendo Clero fu animato alla penitenza dal Sac. Giallorenzi Leonardo che con sante parole seppe far versare a tutti sentite lagrime.

La sera di detto giorno il medesimo Sacerdote si portò sopra la frana in compagnia di tutto il popolo, ed ivi fatti gli esorcismi e la benedizione col Santissimo, si vide staccare con orribile fracasso un enorme masso che si fermò a circa sei metri sotto il livello della montagna.

La frana si fermò per incanto, la notte si aperse il corso delle acque del Landro e il popolo ritornò calmo e sereno”.

Atre notizie utili su Sant’Angelo Le Fratte

WIKIPEDIA

APT BASILICATA

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