(La riscoperta dei veri valori democratici)
Carissimo direttore,a giudicare dai commenti, oltremodo, positivi, dei vari politici di spessore, sul Decennale, bisogna prendere atto che l’incessante opera di “rifondazione” della “Politica”lucana posta in essere dal Quotidiano produce effetti devastanti ed estremamente insperati.Abbiamo tanto “discettato” sul ruolo della stampa locale in Basilicata.
Non vorrei riproporre il vecchio pensiero di Montanelli, di Tocqueville, di Sciascia e di tanti altri, lo abbiamo fatto tante volte nell’oblìo generale.Oggi l’oblìo generale è stato in parte rimosso dalle tante inchieste “tranchant” del Quotidiano.
Non a caso abbiamo avuto sempre a cuore la Comunità lucana…quella che si aggrega intorno ai valori rispetto alla Società politica che si aggrega solo intorno agli interessi.
Ci siamo resi conto grazie agli ultimi accadimenti politici che il dibattito sul Quotidiano è rigoglioso e prodromico di buone e serie intenzioni per il prossimo futuro.
Crescono a dismisura tanti uomini liberi e terzisti.
Crescono tante nuove e spiccate personalità, perfino, nel Consiglio Regionale.
E’ una schiera che si ingrossa come ” i ruscelli delle inondazioni ” creando una palpabile “oasi” di vera democrazia , sconvolgendo ,perfino, la “transizione infinita” di “Baget- Bozziana” memoria.
“Vera democrazia” caduta in disuso negli ultimi anni e caduta tanto in basso.
Noi da tempo combattiamo le “logiche” perverse che sono presenti nei due schieramenti politici.
Sono logiche profonde del tutto identiche.
Logiche che hanno fatto dell’oligarchia un impopolare e antidemocratico modus operandi.
Le filiere politiche anche se segnano il passo sono sempre in agguato, con un po’ di transumanza.
L’ultimo esempio ci è stato fornito in casa P. D. con la cosiddetta area democratica.
La crisi del PD è manifesta, il PD lucano non si ciba più di citazioni weberiane e ha bandito da secoli la passione politica e civile.
Passione politica e civile con i maestri del buon esempio, inseriti nel Patheon PD, che ci avevano entusiasmato in tante campagne elettorali.
Campagne elettorali vissute all’insegna delle belle pagine del periodo post bellico e della ricostruzione morale e materiale del nostro Sud e della nostra amata Lucania in particolare.
La Lucania dei GRANDI Fermenti e delle grandi sperimentazioni.
La Lucania di Levi, Rocco Mazzarone , di Rocco Scotellaro, di Olivetti, dei Francesco Rosi e dei Rossi Doria.
La Lucania del pensiero forte dei cattolici democratici e dei padri fondatori della SVIMEZ.
La Lucania della Qualità e della Laicità, del Dialogo e del Confronto.
Tutti temi discussi nella bella campagna delle primarie vinte da Roberto Speranza.
Una vera laicità, che, come sostenuto dal Sen Lapenta, riportando un profondo pensiero del Presidente Verrastro, sbocca nella “città degli Uomini” si batte per una politica onesta, si batte per un uso lecito del potere e soprattutto, per un’azione dignitosa dell’uomo politico nella società.
Azione digitosa che avevamo auspicato con la vittoria del giovane trentenne Roberto Speranza.
Avevamo richiesto al giovane leader una vera discontinuità con il passato.
Il suo ostinato silenzio odierno ci fa in qualche modo dubitare.
La vittoria di Roberto che doveva trasformare il cittadino lucano/dipendente in cittadino/attivo, non più rassegnato, non più ammiccante ,non più impotente e non più ubbidiente sta evaporando.
La felice frase di San Paolo ” da me ripresa e riportata più volte sul Quotidiano nei mesi scorsi “Più voli alto , più sei ricco di sete di libertà e più fecondo di dignità”, forse, resterà “lettera morta”.
Noi ci auguriamo che tutto ciò non accada, perchè la lezione del Quotidiano è esemplare.
Il Quotidiano con il suo slogan INDIPENDENTI da TUTTI ci ha fatto comprendere che eravamo stanchi di “popoli BUE” e di arredi umani.
Pur tuttavia, dopo i positivi commenti sul decennale da parte dei Politici di rango, in primis Vincenzo Folino, l’ottimismo della volontà ci impone di guardare avanti.
Ci impone un sacrosanto diritto a sperare.
Sperare, come nei primi giorni del sisma dell’80, in una nuova solidarietà e in una nuova stagione di diritti e di tolleranze reciproche.
Stagione dei diritti e solidarietà, purtroppo, vanificate dalla legislazione dello spreco , delle furbizie e dei mancati controlli.
Provate a riflettere per un attimo se ci fosse stato un giornalismo di inchiesta e di denuncia alla Quotidiano sugli sprechi delle aree industriali del mordi e fuggi.
Quante risorse si sarebbero risparmiate?
Quanti ingegneri, quanti imprenditori edili, quanti geometri, impropriamente, definiti tecnici “219” e quanti politici senza scrupolo dopo le” abbuffate del dopo terremoto ” sarebbero rientrati nella normalità?
Politici, imprenditori e tecnici che, oggi, vivono, abbondantemente al di sopra del “tenore “di vita attestato ad ogni uomo lucano del ceto medio e della cosiddetta borghesia.
Sperare, finalmente, nel vero rinnovamento dove i furbi di sempre, gli egoisti, i faccendieri di ogni età e categoria sociale, e, soprattutto, i tanti sepolcri imbiancati facciano, finalmente, un passo indietro.
Se da sempre sosteniamo che non abbiamo altra guida che la ragione e altra forza che la libertà, noi del Quotidiano, fautori di un vivere positivo e reattivo non possiamo che essere soddisfatti di una realtà così “movimentata” democraticamente.
Un movimento democratico che ha visto il protagonismo della stampa locale, in primis, il Quotidiano con le sue “verità” acquisite sul campo.
Verità che sono di dominio pubblico dove si riconoscono la maggioranza dei Lucani onesti.
Dobbiamo essere ogogliosi di aver creato in questo decennale (anche noi collaboratori) questo “universo libero e terzista” in una realtà ingessata, rassegnata e fatalista.
Una realtà che vede, ancora sciaguratamente, un forte potere politico e una partitocrazia con le sue assurde e incomprensibili regole , condizionare le nostre esistenze, anche, nelle nostre piccole performances quotidiane.
Se siamo riusciti, caro Paride, a smuovere acque stagnanti, a creare laboratori e sfogatoi di libertà e di liberazione un piccolo merito va ascritto al Quotidiano e alla sua bella Redazione e consentitemi un po’ di piaggeria alla Famiglia Dodaro e ai direttori (Anzalone e Leporace in primis e uno sguardo anche alla breve ma positiva gestione di Fofò Pecoraro).
Un merito che ha tracciato un solco e che è stato riconosciuto da tanti Uomini e Donne con attributi che hanno apprezzato non solo le denunce, ma, soprattutto, la coerenza e il buon esempio.
Con un po’ di presunzione possiamo affermare e confermare dopo questo indubbio successo editoriale di aver costruito un vero LABORATORIO di uomini liberi.
mauro.armando.tita@alice.it