Ha riaperto le porte ai visitatori, per la stagione estiva 2019, il “Museo Parrocchiale di Arte Sacra, Civiltà Contadina e della Memoria Storica Ruvese”, a Ruvo del Monte, in Via F. Crispi 74: visitabile tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20.
Un luogo insolito e suggestivo, in cui si riflettono le circostanze storiche, e gli orientamenti culturali e religiosi, di un contesto sociale profondamente attaccato alle proprie radici, al culto e alla pietà popolare. La ricca collezione del Museo, nata per la grande passione del parroco don Gerardo Gugliotta, è attualmente collocata in 13 sale, sette delle quali espongono oggetti legati soprattutto alla civiltà contadina e a mestieri tipici: contadino, vinaio, pastore, fabbro, elettricista, falegname, muratore, macellaio, calzolaio, sarto, barbiere. E’ particolarmente suggestiva la ricostruzione di una abitazione contadina lucana di inizio Novecento, molto simile a quella descritta da Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli”.
Tre sale sono dedicate all’arte sacra, con pregevoli sculture lignee, in terracotta e in cartapesta, alcune databili agli inizi del 1600; fra queste, di notevole interesse sono una statua lignea con rivestimento in foglia oro, raffigurante San Nicola, e un Bambinello in terracotta policroma, di scuola napoletana tardo-settecentesca. Sono inoltre esposti paramenti sacri, una ricca collezione di candelieri, vari oggetti usati durante le funzioni religiose (fra cui un messale del 1709), resti di acquasantiere, colonne, statue di angeli provenienti dalle chiese devastate dal sisma del 23.11.1980. Vi è collocata anche la prima urna, in legno e vetro, con cui le reliquie di San Donato martire, protettore di Ruvo, furono portate in paese dalle catacombe romane, nel 1783.
Una sala del Museo è dedicata ai reperti archeologici, con fossili e selci lavorate risalenti al Paleolitico e al Neolitico. In una teca è collocato uno scheletro rannicchiato in posizione fetale, risalente al V secolo a.C., proveniente da una delle 160 tombe rinvenute intorno a Ruvo – tra i più importanti siti archeologici del Vulture-Melfese – a seguito degli scavi eseguiti dalla Soprintendenza Archeologica della Basilicata. Di notevole interesse, inoltre, un cippo funerario romano, di tarda epoca imperiale (III sec. d.C.), con impressa una dedica in latino, che testimonia la presenza della famiglia Flavia nel territorio di Ruvo.
Il Museo Parrocchiale non è, tuttavia, solo un luogo di esposizione di oggetti, testimonianze di cultura “materiale”, ma documenta soprattutto – e cerca di salvaguardare e promuovere – la “memoria storica”, ossia il senso di appartenenza ad una comunità. Ed è questo, anche, il senso dei “bauli della memoria”, dedicati a personalità nate o legate al paese, e divenute celebri in campo letterario, artistico o politico.
Il Museo si pone anche come luogo di incontro e di aggregazione, ospitando presentazioni di libri, mostre, spettacoli: non solo “conservazione” del patrimonio culturale, quindi, ma anche luogo “aperto”, per garantire l’accesso alla conoscenza e alla cultura.
Arte, tradizioni, storia, cultura: in una parola, emozioni! Vi aspettiamo numerosi.
Lina Spedicato