La portata di uno tsunami lucano cosi dirompente si comprende solo con il distacco tra paese reale e fortino “ora espugnato” della classe dirigente lucana.
La Regione Basilicata con tanti suoi uomini politici di basso profilo si è contraddistinta per boria e capricci.
Boria e capricci non più sopportati da una magistratura che ormai è diventata, in Basilicata, sempre più incontrollabile.
Laura Triassi non ha “congiunti” in Regione e risponde con la sua “singolarità”.Una singolarità che non si ciba più di silenzi e di ammiccamenti.
Per i nostri politicanti di sempre è una brutta pagina.
La “scacchiera regionale” del postificio e delle compensazioni segna il passo.
Una scacchiera sempre pronta all’occorrenza subisce falle impreviste.
Eppure tutto proseguiva per il verso giusto.
Ogni casella veniva riempita dalle donne e dagli uomini giusti.
Assorbiti nei gangli del sottogoverno tutti gli uomini e le donne della partitocrazia, della Stampa locale e degli “amici eterni” delle famiglie che contano, tutto il vecchio disegno doroteo bianco-rosso proseguiva per il meglio.
In piena bufera (quasi a confermare l’inguaribilità dei nostri politici) qualche consigliere presentava un emendamento teso a trasferire un dirigente dotato di eccezionali prebende dal consorzio ASI ai nostri comodi e sicuri uffici regionali.
Quanti Ascari e quanti funzionari senza merito sono stati miracolati nella repubblica democristiana e quanti “compagni” con Bandi di dubbia legittimità sono diventati dirigenti.
Nel giro di pochi mesi abbiamo assistito a fulgide carriere da Istruttori a Dirigenti di sottogoverno nel breve volgere di qualche atto.
Quante nostre denunce sono finite nell’oblìo.
Per un intero quinquennio, fino alla noia, abbiamo denunciato la “casta secolare dorotea interpartitica” formata da consiglieri regionali, dediti al più bieco privilegio di casta.
Abbiamo riproposto più volte il Marchese del Grillo in salsa lucana nelle nostre aule consiliari.
Spese allegre e corposi vitalizi anche alle “sventurate” vedove.
Il tutto recepito da una supina opinione pubblica lucana come un “quasi dovuto”, un tragico destino.
A tutto ciò si aggiungono gli stipendi maggiorati del personale e delle segreterie politiche in barba a qualsiasi “fisiologica” equità.
Non comprendavamo perchè i funzionari del Consiglio Regionale dovevano percepire uno stipendio superiore ai funzionari della Giunta.
Misteri italiani e misteri sindacali, mai chiariti a Roma nel Parlamento e mai chiariti a Potenza in Via Addone e in Via Anzio.
Ora che il disastro è compiuto e i Batman lucani sono venuti allo scoperto è difficile godere delle immunità dovute alle cosiddette “unanimità partitocratiche” di maggioranza e di opposizione.
L’unanimità consentiva di fare scempio dei soldi pubblici e di pasteggiare con ostriche e champagne con un miracoloso dono dell’ubiquità.
Le nostre denunce precise su comportamenti e delibere oscene non hanno mai smosso di un millimetro la maggioranza silenziosa dei lucani; Lucani sempre chini e supini.
Qualche mese fa avevamo richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sui fischi dei giovani universitari lucani riservati ai “politici” regionali.
Fischi sonori che avevano fatto impaurire ,solo, per qualche giorno il nostro mondo politico.
Fischi sonori richiamati da un forte e intelligente editoriale dell’ex direttore Leporace.
Editoriale che aveva squarciato il velo di una sopita e mai espressa dignità giovanile universitaria lucana.
Dignità che si esprimeva, finalmente, con una conseguente e fragorosa “contestazione”: Era la prima volta che accadeva nella nostra Università.
Università, senza anima e senza storia, dove non c’era mai stata una vera Assemblea studentesca vocata al patogeno e, mai risolto, pendolarismo dei professori ordinari, o, a una seria riflessione sul futuro occupazionale dei laureati UNIBAS o sui mai rendicontati milioni di euro regalati dalla Regione.
Un pianeta giovanile vocato al nullismo e alla furbizia mista all’atavica e, tutta lucana, scaltrezza familistico-amorale.
Il PD, partito regione, è sempre riuscito con i suoi tentacoli presenzialisti a rubare la scena su tutti i fronti e a “sopire” queste gravissime manchevolezze del nostro Ateneo.
I giovani PD rivenienti dalla vecchia sinistra giovanile hanno mediato tra i moderati della Margherita e gli alternativi di SEL e Rifondazione.
Sono sempre riusciti con la loro presenza massiccia nei tanti gruppi studenteschi a creare un singolare “effetto placebo”.
Oggi che la dura e cruda realtà dei Batman lucani ci impone serietà e verità, tutta questa presunta e solida impalcatura crolla.
Crolla definitivamnete il sistema.
Un sistema vocato alla voracità degli affari e al carrierismo dei galoppini e degli yes men.
Crolla il sistema con la demagogia e con la goffaggine dei suoi attori/consiglieri.
Noi che, da sempre, non ci cibiamo di giornalismo d’assalto ma, di un sano giornalismo di denuncia, di riflessione, di approfondimento e di proposta, abbiamo a cuore, da tempo immemore: “terzismo, obiettività e dignità “.
Avevamo intuito che quei fischi degli studenti universitari erano salutari.
I fischi sono stati decisivi perchè hanno creato dopo tanti secoli di assordanti silenzi ,forse, una nuova generazione di “Futuri Uomini Liberi”.
Uomini liberi che saranno costretti a soccombere e a riprendere l’odiata valigia, ma, che ,sicuramente, potranno essere di e da esempio per tutti.
Per queste ragioni apprezziamo la dignità di questi pochi lucani con schiena dritta targati studenti dell’UNIBAS.
Studenti UNIBAS che non amano più i CORISTI e non amano più i CONFORMISMI.
Forse, in questi ultimi giorni, grazie a questi Batman lucani, tanta gente comune ha compreso che le verità nude e crude non possono essere più barattate o vanificate da promesse e da ipocrisie di sorta.
Vogliamo RAGIONARE e solidarizzare seriamente con questi ragazzi lucani, senza futuro.
Siamo state CASSANDRE inascoltate per oltre un quinquennio.
A noi “osservatori interessati” aveva fatto tanto piacere rivedere in piazza l’onda lunga e il movimento delle felpe bianche per le crisi occupazionali e per Elisa.
Quel movimento giovanile che avevamo amato di più era forte e convinto.
Finalmente si era innescato un processso che poteva farci uscire da questa iniqua precarizzazione di massa e consentire a una seria classe dirigente di costruire il vero sviluppo e la vera occupazione ,emarginando i dediti alla demagogia.
Il presidio del movimento giovanile nelle scuole, nell’Università e presso il Piazzale di Via Anzio, unito al presidio sindacale presso le fabbriche chiuse ci fanno riscoprire una nuova reattività giovanile e operaia per troppo tempo sopita.
Una sana reattività giovanile agognata da tutti e completata, oggi, dopo il caso dei nostri Batman, da qualche dose di coraggio in più e di sano orgoglio lucano (lo speriamo di cuore).
mauro.armando.tita@alice.it