La saga della Famiglia Russo

Ripartire, ricostruire, rinascere dopo questa immane e devastante pandemia con la Musica nel cuore è cosa buona e giusta, ne abbiamo un gran bisogno.

Massimo Brancati ci allieta con la sua Band e i suoi meravigliosi brani musicali…postati sui Social e su Fb, in particolare.

E’ un piccolo “ristoro” di intima gioia che ci aliena per qualche minuto dai nostri stress e dalle nostre paure.

Giancarlo De Cataldo, magistrato, scrittore e giallista in una intervista su Radio 3 decantava il personaggio del suo ultimo libro “Io sono il castigo” (un po’ autobiografico)Manrico Spinori, magistrato, melomane incallito che risolveva i casi ascoltando l’opera lirica.

Giancarlo De Cataldo, parlava del suo nonno pugliese, falegname, profondo conoscitore di opere liriche, come di un mito…di un grande esperto, pur nella “scarsità” dei suoi studi (aveva frequentato fino alla Terza Elementare), conosceva il Falstaff, l’ultima opera di Verdi a menadito, in modo perfetto.

Quante affinità, quante analogie con mio nonno Giuseppe Russo e i suoi fratelli Michele, Donato Maria e Gerardo tutti falegnami, veri artisti e veri ebanisti, tutti componenti della famosa Banda Musicale di Ruvo del Monte diretta dal Maestro Donato Blasucci (1921/1942).

La Banda di Ruvo del Monte nell’anno 1929

Mio nonno e mio zio Donato Maria capibanda della “nidiata” Russo che annoverava Michele Primo clarinetto e Gerardo, flicorno basso.

Il repertorio comprendeva diverse opere di Giuseppe Verdi tra cui: Rigoletto, Traviata e Trovatore.

Da Nipote(lo dico pure ai tanti miei cugini sparsi in Italia) nutro un senso di imbarazzo e di colpevole smemoratezza.

Abbiamo dimenticato questa stupenda esperienza del Nonno Giuseppe e dei suoi fratelli, siamo stati ingiusti, non abbiamo compreso la stupenda tradizione musicale della nostra famiglia, rimuovendola indegnamente.

Per fortuna il giornalista e Direttore del “Notiziario” ruvese Michele Traficante ha voluto sopperire a questa grave pecca familiare dedicando nel lontano 2017 uno stupendo reportage sulla Banda Musicale di Ruvo del Monte onorando ed esaltando i ruoli importanti e unici del Maestro Blasucci e dei fratelli Russo.

Caro Nonno Giuseppe potevamo raccontare la saga della nostra famiglia attraverso più generazioni approfondendo anche la realtà sociale e culturale del tempo con le sue immani tragedie che hai vissuto in prima persona.

La Morte sul Lavoro di tuo padre Angelo con tutte le sue tragiche conseguenze.

Ti sei accollato il fardello di tre fratelli e due sorelle, senza dimenticare la tragedia dell’Andrea Doria con la scomparsa dell’intera famiglia, moglie e due figlie adolescenti, del tuo caro fratello Michele .

Non ci siamo riusciti, per sciatteria, superficialità o per egoismo, non abbiamo compreso la tragedia della tua famiglia e i terrificanti sacrifici vissuti dalle nostre madri che ti hanno supportato sia nel Bosco per il taglio degli alberi che … in laboratorio.

Il nostro egoismo non lo meritavi.

Spero che questa narrazione struggente e appassionata del nostro nonno Giuseppe , Capobanda del Complesso Musicale di Ruvo del Monte, possa correggere, rimediare e riparare i nostri ingiustificati “oblii” e ricondurli, almeno, per un attimo, per un istante, per un lampo, alla stessa stregua di Lia Piano (la figlia dell’archistar Renzo) e della “sua”: “Planimetria di una famiglia felice”.

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