Presentazione dei tre cortometraggi.. ” La mia primavera, il viaggio e ragazzi soli”

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Sabato 4 dicembre alle ore 18.00 la Pro Loco di Ruvo del Monte ha organizzato la proiezione di 3 cortometraggi presso il centro polivalente del paese.

I 3 cortometraggi, realizzati dal regista lucano Alberto Nigro, hanno già partecipato a diversi Festival vincendo premi e riconoscimenti. Trattano di temi ancora oggi, purtroppo, attuali.

Durante la serata sono intervenuti: Serena Grieco  (Presidente Pro Loco Ruvo del Monte, Alberto Nigro (Regista ed ideatore dei cortometraggi), Martina Nigro (Attrice protagonista del corto) Angela Formichella (Docente IIS Giustino Fortunato di Rionero in V.), Elisa Chieca (Assessore al Turismo Comune di San Fele), Gianmario Masi (Consigliere del Comune di San Fele) Marinella Calabrese (Staff tecnico del corto) Marino Giovanni (Vice sindaco di Ruvo del Monte), Domenico Calderone (Professore).

I tre cortometraggi in breve:

LA MIA PRIMAVERA – Il tema di questo corto è delicato, infatti, esso mette in luce il disagio sociale vissuto da una bambina e in casa e in un altro ambiente di cultura e di socializzazione. Con la regia e la direzione della fotografia di Alberto Nigro, direttore di produzione: Gerardo Carlucci, backstage: Veronica Ferrara, edizione: Maria Ferrara, la voce è di Arianna Modello Attori principali: Martina Nigro, Nino Sofia, Marinella Calabrese, Maria Ferrara, Antonio Fasanella e Filomena Carlucci.

La mia primavera è stato commentato dalla prof Angela Formichella.

IL VIAGGIO – La realizzazione di questo cortometraggio ha permesso ai giovani studenti di affrontare temi delicati ed importanti: attraverso questa esperienza, sono loro stessi possono iniziare un processo di sensibilizzazione per rendere il mondo un posto migliore, consapevoli dei rischi connessi alla discriminazione e all’intolleranza. E’ il caso degli alunni della scuola di San Fele: le classi della Scuola Primaria e Secondaria si sono rese protagoniste di una iniziativa lodevole dal punto di vista sociale e umano. Con la direzione del regista Alberto Nigro, la dirigente Carmelina Gallipoli e le tre insegnanti Sabrina Fezzuoglio, Tina Zappacosta e Incoronata Calabrese con la collaborazione di Lucia Girardi, Annalia Caggiano, Maria Ferrara, Gaia Radice hanno deciso di affrontare tematiche delicate come quelle del pregiudizio e della discriminazione.

RAGAZZI SOLI è un cortometraggio incentrato sulla difficoltà di affrontare la propria solitudine interiore che porterà uno dei protagonisti a rinchiudersi nel mondo nascosto del gioco d’azzardo, che in alcuni casi può sfociare in un vero e proprio disturbo meglio conosciuto come Ludopatia, portandolo sull’orlo del baratro. E’ anche la storia di tre personaggi che per via dei tanti problemi, economici, sociali e familiari si ritrovano a vivere quasi isolati dal mondo esterno, l’unico appiglio sociale viene dato loro dalle diverse situazioni fortunose che incontreranno durante il tragitto.

Abbiamo voluto approfondire la tematica del disagio sociale dei bambini affrontato nel corto ” la mia primavera” con la professoressa Angela Formichella. Vi riportiamo parte del suo commento.

LA MIA PRIMAVERA permette ad ognuno di noi di andare oltre il velo del dramma esistenziale e psicologico che vive la bambina , consentendoci di cogliere un messaggio di speranza , di riscatto, di rinnovamento interiore. Insomma, il corto, pur nella sua drammaticità, ha un effetto catartico, purificatore, che libera la mente e l’anima dalle catene della disperazione e della sottomissione, consentendo alla protagonista ,in cui ognuno di noi può riflettersi, di volare verso nuove stagioni di vita.

Ecco dunque, la primavera come metafora della nuova vita. I suoi colori, i suoi profumi, il suo pallido sole diventano un momento magico, da assaporare lentamente. E’ l’anticamera dell’estate stagione dove la voglia di “libertà” prende il sopravvento. E’ il tempo della rinascita in assoluto, del trionfo della vita sulla morte, del senso profondo che ognuno di noi prova di fronte al risveglio della natura che torna a portare i suoi frutti dopo il lungo inverno. E’ il tempo della scoperta di un mondo ancora innocente animato da mille segreti tutti da scoprire; è il sabato del villaggio, come direbbe Leopardi. E’ l’età in cui si struttura la nostra identità, il nostro io, la nostra personalità ,insomma è un ‘età fondamentale nella definizione di quegli equilibri psicologici, identitari, relazionali e comportamentali che accompagneranno il bambino verso il suo essere adulto. E’ un’età, quella della infanzia, da sempre al centro del dibattito pedagogico, soprattutto a partire dal diciannovesimo secolo, definito dalla scrittrice svedese Ellen Key il secolo del fanciullo, in quanto il bambino deve diventare il centro di tutte le politiche sociali. Bisogna dare loro attenzione per pensare ad una umanità nuova. Deve esserci un cambio di prospettiva, dobbiamo saper attuare una vera rivoluzione copernicana che faccia del fanciullo il centro propulsore di ogni energia e di ogni conquista. E finalmente, dopo un intenso ed impegnativo lavoro da parte di pedagogisti, psicologi, medici ed anche giuristi, si è giunti alla promozione ed alla tutela dei diritti dell’infanzia , partendo dalla dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959 per arrivare alla Convenzione sui diritti dell’ infanzia , approvata dall’ ONU nel 1989. E’ stato un cammino lungo e faticoso che ha portato alla elaborazione di un testo che conciliasse approcci basati su culture, religioni, stadi di sviluppo economico, sistemi legali e politici assai diversi tra loro. Ogni anno ricorre “La giornata dell’Infanzia” il 20 Novembre.

Tuttavia nelle pieghe di una società spesso ignara di se stessa, dove si può consumare una tragedia a fianco a casa tua, accadono fatti orribili di cui nemmeno ce ne accorgiamo o non vogliamo accorgerci. “I silenzi rendono complici”, di questo dobbiamo avere piena consapevolezza ,come emerge da un report allarmante elaborato dalla responsabile dei diritti dei bambini, la quale sente l’urgenza di assicurare maggiore protezione ai bambini che subiscono spesso maltrattamenti psicologici, proprio in famiglia, il luogo per eccellenza di sicurezza e serenità per ogni essere vivente. I bambini sono sorgente di amore ,sono esseri umani ai quali si deve rispetto, superiori a noi per la loro innocenza e per le maggiori possibilità del loro futuro. Il nostro dovere nei loro confronti è quello di gettare un raggio di luce e proseguire il nostro cammino. Quando si parla del bambino gli animi si raddolciscono e l’umanità intera condivide l’emozione profonda che proviene dal suo cuore. Insomma il bambino è insieme speranza e promessa dell’ umanità.”

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