SAN DONATO MARTIRE TRA STORIA E LEGGENDA

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Un rapporto indissolubile di 241 anni ormai che lega i ruvesi al loro protettore San Donato Martire. Una storia che affonda le sue radici nel lontano 1783 e che vede come protagonisti alcuni rappresentanti del clero di Ruvo del Monte ed il Rev. Don Francesco Antonio De Paola, natio di Ruvo e Presidente generale della Congregazione del SS. Redentore dello Stato Pontificio.

Il Rev. Don Francesco Antonio De Paola
Museo Parrocchiale di Arte Sacra e Civiltà Contadina

In quell’anno i presbiteri di Ruvo del Monte, con al vertice l’arciprete Antonio Carnevale, si riunirono per prendere una decisione importante ovvero quella di scrivere una lettera da inviare a Roma per richiedere il corpo di un Santo a cui avrebbero dato il titolo di San Donato ed elevato al rango di protettore del paese. Analizzando attentamente il documento della suddetta richiesta, si può notare che il Rev. Don Francesco Antonio De Paola si impegnava, con tutte le sue capacità “politiche” ed economiche, a far ottenere al clero del suo paese natio il corpo di San Donato Martire. In cambio il clero di Ruvo del Monte si sarebbe impegnato a contribuire alle spese del trasporto attraverso le somme di denaro raccolte, a titolo di elemosina, dalla celebrazione di 900 messe. Di queste il clero locale si era assunto l’impegno di celebrarne 600 durante tutto il mese di agosto del 1783. Il Rev. De Paola si mise subito al lavoro ed in breve tempo ottenne dal pontefice Pio VI il corpo del Santo che riposava nelle catacombe romane. Il trasporto della reliquia dalla città eterna a Ruvo del Monte durò diversi mesi. Quando in paese si sparse la notizia che l’urna di San Donato Martire era ormai quasi giunta, la maggior parte dei ruvesi accorse in massa per vederla e venerarla. La preziosa reliquia arrivò a Ruvo del Monte la seconda domenica dell’agosto 1783, ovvero il 10 agosto, giorno che, per una curiosa e bizzarra coincidenza storica, 78 anni dopo passò alle cronache come il “massacro di Ruvo del Monte”.

Antica urna e statua di San Donato Martire (1783-1949)
Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte)

L’urna fu riposta, in un primo momento, nella Chiesa di Sant’Anna, che al tempo era sita fuori l’abitato come si evince da diversi documenti. In questo luogo di culto, il 24 agosto 1783, si riunirono l’arciprete Carnevale, in qualità di delegato del vescovo De Luca della diocesi di Muro, tredici sacerdoti di Ruvo (Mariano Masiello, Marco Nicola Blasuccio, Giovanni Chiaja, Donato Tamarazzo, Pasquale De Paola, Francesco Blasucci, Antonio La Rossa, Antonio Grieco, Francesco Cudone, Marciano Masiello, Cesare Galotti, Nicola Blasucci e Francesco Parisi), il governatore e giudice della corte locale, Michele Dardes, i periti fisici Crispomisio Carnevale e Marco Nicola Bilozzi ed il notaio De Paola che redisse l’atto ufficiale della ricognizione del corpo del santo. Come si evince dall’analisi dell’atto notarile, per prima cosa, i presenti constatarono che l’urna di legno era intatta così come era stata spedita da Roma. Munita ancora dei quattro sigilli pontifici e dalle lettere testimoniali del monsignor Francesco Antonio Marcucci, vicegerente di Roma. Attraverso i due vetri di cristallo perimetrici dell’urna, era possibile osservare uno “scheletro umano” rivestito con abiti di antico soldato romano. I due periti fisici, Crispomisio Carnevale e Marco Nicola Bilozzi, si avvicinarono all’urna e, grazie alla luce delle candele di cera che si trovavano nella Chiesa, riuscirono ad osservare, attentamente, le ossa di quello scheletro e dichiararono che erano ossa umane. I due periti notarono anche un vaso dorato a forma di pisside che conteneva una bottiglietta di vetro con del sangue al suo interno. Riconosciuta l’autenticità della reliquia, in paese furono suonate le campane e fu intonato il canto del Te Deum. L’urna di San Donato Martire, con tutti gli onori del caso, fu quindi trasportata nella Chiesa madre. I ruvesi ed i fedeli dei paesi limitrofi, fin da subito, mostrarono una grande devozione verso San Donato Martire. Sono scarse le informazioni riguardanti la vita del “nostro” Santo; non sappiamo in che epoca abbia vissuto o in quale legione dell’esercito romano abbia prestato il servizio militare. Il mons. Giuseppe Ciampa, nel 1952, nel libro di preghiera Il Devoto Provveduto, ipotizza che San Donato Martire possa aver militato nella Legione Tebana o nella Legione XII Fulminata. Ovviamente quelle del Ciampa sono solo ipotesi; infatti lo stesso afferma che nulla si può asserire con assoluta certezza. Una cosa però è certa. A Ruvo del Monte il Santo è fortemente legato al primo miracolo che gli viene attribuito secondo una tradizione locale per certi versi risalente e tramandata, secondo una sorta di ideale “linea diretta”, dall’anno 1783. Quell’anno fu assai triste per l’agricoltura a causa della mancanza di piogge che incise, negativamente, sui raccolti. Quando l’urna arrivò in paese, i ruvesi rivolsero le loro suppliche e preghiere affinché il Santo intercedesse attraverso il “miracolo della pioggia”. Immediatamente il cielo si ricoprì di nuvole ed una pioggia ristoratrice cominciò a cadere su Ruvo del Monte. Sempre secondo la tradizione, la pioggia continuò a cadere in paese per diversi giorni con estremo beneficio per le campagne e l’agricoltura ruvese. In passato la processione per il Santo si svolgeva la seconda domenica di agosto, in ricordo dell’arrivo in paese dell’urna. Negli anni ’70 del Novecento tale consuetudine fu abbandonata e si stabilì una data certa per la festa del protettore di Ruvo. Tale data fu individuata nel 18 di agosto. Come si evince dallo scritto La festa di San Donato e la sua evoluzione nel corso di due secoli del cultore locale Roberto Di Napoli, la processione di San Donato Martire nel corso del tempo mutò profondamente ed alcune pratiche si persero nell’oblio del tempo. Per esempio, in passato le statue di San Rocco (patrono di Ruvo del Monte) e San Donato Martire (protettore di Ruvo del Monte) venivano portate in processione insieme per le vie del paese. Inoltre nel corso del tempo si è persa la cosiddetta “manifestazione della guardia dei combattenti di Ruvo” che iniziava il giorno stesso della festa quando alcuni ruvesi (soldati, ex soldati, cacciatori etc.), con il fucile a tracolla, si riunivano e, preceduti dalla bandiera dell’Associazione dei combattenti, facevano il loro ingresso nella Chiesa madre di Ruvo per assistere alla messa. Durante la processione queste persone avevano diritto ad un posto di prestigio   rappresentando, in tal modo, una sorta di “scorta d’onore” di San Donato Martire.

Processione di San Donato Martire all’inizio del Novecento
Archivio Comunale Ruvo del Monte

Nel corso degli anni, l’urna e la statua del Santo hanno subito diverse modifiche ed interventi di restauro. Il primo lavoro documentato risale al 1949 allorché, grazie alle somme di denaro ricevute come offerte dai ruvesi residenti nelle Americhe, fu costruita una nuova urna per contenere la nuova statua del Santo scolpita dall’artista foggiano Beniamino Notòla.

Urna in metallo e statua in gesso (1949-1967)
Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte)

Nel 1967 fu creata una nuova urna grazie all’intervento della ditta Santifaller (Valgardena). Il 18 novembre 2007 l’urna e la statua, a seguito di un atto vandalico a cura di ignoti, furono gravemente danneggiate ed oggetto di restauro, rispettivamente, da parte di Francesco D’Auria e della ditta Rigione di Napoli. Per una sorta di “miracolo e volere divino” le reliquie del Santo uscirono indenni da questo a dir poco increscioso accadimento.

Statua restaurata a Napoli
Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte)

Tornando indietro nel tempo, a seguito degli ingenti danni che subì la Chiesa madre a causa del terremoto dell’Irpinia del 1980, l’urna contenente San Donato Martire fu traslata, fino al 1997, nei locali siti in viale della Repubblica adibiti a “chiesa provvisoria” per il culto religioso.

Chiesa Parrocchiale dopo il terremoto del 1980
Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte)

In questo lasso temporale, precisamente nel 1983, fu festeggiato il bicentenario dell’arrivo della reliquia del Santo a Ruvo del Monte. Fu un evento di importanza straordinaria che coinvolse attivamente la popolazione locale e che vide sia lo svolgimento della messa (all’aperto nell’attuale piazza Bologna) e della successiva processione presieduti dal vescovo di Potenza.

Bicentenario di San Donato Martire (1983)
Archivio Comunale Ruvo del Monte

Molte cose, inevitabilmente, sono cambiate nel corso del tempo. Una cosa però è rimasta costante ed immutabile nello scandire temporale della Storia: la fervida e partecipante devozione che ancora oggi, a distanza di 241 anni, i ruvesi provano per il loro Santo protettore.

dott. Massimiliano Mattei

Bibliografia e Fonti:

Ciampa Giuseppe, Il devoto provveduto, tipografia Casa del Sacro Cuore, Foggia, 1952.

Ciampa Giuseppe, Ruvo del Monte – notizie storiche, tipografia Casa del Sacro Cuore, Foggia, 1959.

Gugliotta Gerardo, Ruvo del Monte in immagini, tipografia Valsele, Avellino, 2002.

Gugliotta Gerardo, Ruvo del Monte – San Donato Martire, tipografia Valsele, Avellino, 2008.

La festa di San Donato e la sua evoluzione nel corso di due secoli a cura di Roberto Di Napoli in Gugliotta, Ruvo del Monte – San Donato Martire, cit.

Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte), Richiesta del Corpo Santo, 1783.

Archivio Parrocchiale della chiesa di Santa Maria Assunta (Ruvo del Monte), Ricognizione delle reliquie, 24 agosto 1783.

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3 Risposte
  1. Giuseppe Giannini

    ” In quell’anno i presbiteri si riunirono (…) per richiedere a Roma il corpo di un Santo” da venerare.
    E da allora, una volta individuato l’Idolo, ecco (ri)costruita la storia del posto.
    Quanto al “miracolo” della pioggia è ovvio che l’estate possa essere caratterizzata da periodi di siccità (sono più rare le estati piovose), ed ogni sorta di accorgimento, fino ai riti propiziatori e alle preghiere servono unicamente a rafforzare tale credenza (la coincidenza della venuta del santo con la caduta dell’acqua dal cielo, ma prima o poi doveva piovere, o no?)
    Ogni luogo ha le sue madonne ed i suoi santi, simboli di quel potere, che da spirituale diventa temporale. Ancora oggi, pur rispettando le scelte religiose di ognuno, sono troppe le ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche nella vita civile di uno Stato, il quale invece dovrebbe essere laico. Ma le masse hanno bisogno di credere in qualcosa pur di andare avanti.
    Questa convinzione rimettendosi nell’atteggiamento fideistico da luogo a quell’immagine che unisce, cercando di superare ogni dissapore nell’esaltazione delle celebrazioni.
    Da li parte il riconoscimento di una comunità, che si immedesima nelle fattezze di un corpo che non c’è più, ma che si consolida unendo il popolo dei devoti. In cerca di quell’identità perduta, superando nell’euforia della festa religiosa, intrisa di consumismo e paganesimo, ogni sorta di conflittualità sociale. L’occasione per rincontrarsi e festeggiare, riscoprendo socialità ed empatia rimosse nel coro dell’anno, grazie, soprattutto, al paravento del Martire.

  2. Giovanna

    Bravissimo Massimiliano! Complimenti per il tuo commento che è completo e scritto con l’italiano vero non influenzato dall’inglesismo imperante sulla nostra bellissima lingua. Avremo poi modo di correggere qualche accento che distingue gli articoli dai pronomi. Peccato che questa 241esima festa di San Donato non l’abbiamo trascorsa insieme come tante altre. Ce ne saranno altre ed altre ancora che ci faranno ricordare come il nostro affetto di famiglia allargata molto sui generis ha riscaldato dei cuori ed altri li ha ghiacciati rendendoli impermeabili a qualsiasi bagliore di luce che illumina la mente. Un bacio forte ed alla prossima festa INSIEME. Non sappiamo quale sarà il numero ma noi coltiviamo la SPERANZA che il Bene vince sempre sul male e che le interpretazioni storiche e sociologiche sul tuo commento lascino il tempo di fare qualche lavoro di matematica a chi ancora non ha mai aperto il libro contabile del Diritto alla Felicità che solo le emozioni vissute insieme a chi ami possono dare. Ci vedremo quindi per la 242esima, 243esima e poi ancora diventerà INFINITO

  3. Sassi Gianfranco

    Mi permetto segnalare che nella chiesa del santuario della Madonna della Pietra nel comune di Artò- Boleto soprastante il lago d’Orta sono esposte le spoglie di un martire che risponde al nome di Donato milite della Legione Tebea.
    E’ probabile ch non si tratti della stessa persona. Si può chiarire?

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